lunedì 22 febbraio 2016

C'è Crisi..

In un periodo di generale crisi e di significativi cali di resa, anche lo sport, motorsport compreso, deve fare i conti con una congiuntura internazionale sfavorevole, pagandone le conseguenze sotto tutti gli aspetti. La torta economica via via si rimpicciolisce e quindi si riducono le fette da distribuire, rimanendo spesso solo le briciole. Ma non c’è solo una crisi relativa al “business” perché, forse ancora più profonda ampia e preoccupante, c’è, in Italia, una crisi della “passione sportiva”, con i fan (dalle nostre parti non credo si possa realmente parlare di appassionati) che disertano i luoghi dove lo sport si svolge (in primis, gli stadi) e che spengono pure la TV!
 
 
La tendenza negativa colpisce tutti gli sport, pur se con motivazioni diverse fra loro e con diversa intensità. Lo sport più amato dagli italiani, il calcio, è l’iceberg di questa crisi, con gli stadi sempre più vuoti e con gli ascolti tv in caduta libera. Complessivamente, dal campionato 2012-13 a quello 2014-15 (sole tre stagioni!) la platea televisiva di Sky e Mediaset Premium si è ridotta del 4% medio annuo e complessivamente di 32 milioni di spettatori. Il declino degli ascolti non si arresta. Neppure nel campionato in corso. Prosegue e sembra perfino aumentare. Considerando le prime 25 giornate, il pubblico cala dell'11%. Cioè, oltre 25 milioni di spettatori in meno. Per fortuna alcuni incontri suscitano ancora grande interesse.
 
Quali i motivi di fondo di questo calo? Probabilmente il motivo è da accostare anche alla credibilità molto bassa dello spettacolo e dei suoi attori, accostati spesso a scandali e sospetti. Il 53% dei tifosi ritiene, infatti, che il campionato, rispetto a 10 anni fa, sia maggiormente condizionato dalle scommesse, il 42%: dalla criminalità e dalla corruzione. Per contro, solo il 15% pensa che sia divenuto più credibile. Il 45%: di meno.
 
 
E il motorsport in Italia? Gli autodromi italiani fanno (ancora?) il pieno di sportivi (che pagano un biglietto d’ingresso salatissimo) con le due tappe del motomondiale grazie alla MotoGP, e con la Formula1 a Monza (chissà per quanto ancora..!), perchè la Superbike non attira più allo stesso modo.
I campionati inferiori registrano, invece, circuiti completamente vuoti, a cominciare dal pur validissimo CIV. Sulla TV, dai record di ascolti (oltre 6 milioni di telespettatori a gara) dei bei tempi andati su Mediaset gratis, si è passati a ben altri numeri (poco più di un milione) con Sky a pagamento. Insomma, passando dal tutto gratis al tutto a pagamento, si sono persi (molti) milioni di telespettatori. Chiariamo un punto importante: Sborsare soldi per servizi extra con canali dedicati è più che giusto, ma l’imposizione dell’abbonamento per il servizio “standard” della corsa in diretta, oltre che ingiusto, è un errore che si ritorce per primo contro il motorsport e contro chi, come Sky, paga profumatamente i diritti per gestire in esclusiva il segnale.
 
Le baracche del motomondiale e della F1 si reggono sostanzialmente sull’audience televisiva: più gente davanti alla TV più sponsor che investono somme pesanti, incrementando la torta da dividere fra organizzatori, team, piloti ecc. Ciò, però, vale anche al contrario: meno spettatori, meno sponsor e tariffe più basse. Perché una azienda sponsor deve oggi pagare la stessa cifra di prima quando i telespettatori sono 4 o 5 volte di meno? E se gli sponsor investono 4 o 5 volte meno, chi paga i contratti milionari di certi piloti (poi ci chiediamo perché sentiamo sempre più spesso parlare di "piloti paganti"!!) e tutto il tendone sfavillante del paddock (hospitality, van, personale vario ecc.) da mille e una notte?!? Gli interrogativi sono tanti e altrettante le possibili risposte.
 
 
Sembra ieri quando Schumacher e la Ferrari dominavano i Gran Premi di inizio millennio e la Formula1 registrava ascolti esorbitanti in televisione, da far invidia a quelli del pianeta calcio. Gli oltre 14,3 milioni di spettatori che hanno assistito in fascia serale al Gran Premio degli Stati Uniti del 2000 (che segnava il ritorno del tracciato di Indianapolis in Formula 1 a 40 anni di distanza dall'ultima apparizione e vedeva vincere proprio Schumi davanti al compagno di squadra Rubens Barrichello) sono oggi un'utopia irraggiungibile.
 
Per via della fascia oraria svantaggiata poi, i 13,8 milioni di spettatori che assistettero al Gran Premio d'Italia dello stesso anno sono un qualcosa di ancor più incredibile, con un clamoroso 72,8% di share.. roba da gara notturna. Numeri oggi irraggiungibili in Italia per tanti motivi, primo fra tutti la scarsa competitività della Ferrari di questi anni (tenedenza che pensiamo/speriamo possa cambiare presto: FORZA SEB!), che storicamente quando lotta per il mondiale e per le vittorie, avvicina alle gare anche il pubblico generalista.
 
Un altro motivo del calo di ascolti è riconducibile anche alla cessione dei diritti alla Pay-TV Sky, che ha incrementato gli introiti della FOM, raddoppiato la messa in onda di ogni gara in tv (visto che da quattro anni la metà delle gare va in chiaro anche sulla RAI, il resto in differita) e dimezzato gli ascolti. Dimezzato non per colpe dell'una o l'altra televisione, visto il lavoro estremamente professionale condotto da entrambe le aziende, ma perché si è creata una frattura tra appassionati che possono permettersi l'abbonamento mensile della Pay-TV e quelli che non possono e accettano di vedere la gara in differita il più delle volte conoscendo già il risultato (sullo spettatore medio questo è un interruttore per l'interesse!).

Concorre al processo di disaffezione generato da questi due fattori (cioè minor visibilità della categoria in TV e prestazioni non proprio all'altezza della Ferrari, o, se vogliamo, anche del beniamino Valentino Rossi (ma nessuno ha notato che nel frattempo sono intervenuti dei fenomeni molto più spettacolari.. ma, purtroppo, non dei portabandiera Italiana!) anche il fattore spettacolo. E questo vale soprattutto allargando il discorso alle altre televisioni internazionali che subiscono cali simili e che non risentono dell'effetto Ferrari, ma perdono pubblico a causa della noiosità delle gare in cui spesso si sa già alla partenza chi vince, senza possibilità di improvvisate e colpi di scena.
 
Evidentemente i 4, 5 o 6 milioni di telespettatori delle stagioni precedenti erano spettatori reali davanti alla TV (gratis) ma.. “virtuali” sul piano della reale passione, prevalentemente “tifosi” di un singolo pilota e del suo appeal mediatico. In altre parole il motorsport non gode nel Belpaese di così tanti appassionati: quei dati “gonfiavano” una passione che c’è ed è forte in Italia ma non così estesa e non così a prova di bomba. Ciò vale anche per altri sport: quanta gente seguirebbe il ciclismo se diventasse a pagamento? Quanti italiani hanno seguito lo sci del dopo Alberto Tomba?
 
Insomma in Italia ci sono più che altro "calciofili"! Il resto, se crea un interesse (non per forza puramente agonistico!), può essere appetibile. Altrimenti non interessa!
Non a caso l'ultimo Round del Mondiale MotoGP dell'anno 2015 ha fatto segnare il record di ascolti con quasi 10 milioni di spettatori medi (9.673.699), il 47,6% di share Auditel e 12.232.850 spettatori unici. Il dato supera anche il precedente record stabilito nel 2006 sempre a Valencia (8 milioni 850 mila spettatori medi). In particolare, la gara ha raccolto 2.458.893 spettatori medi su Sky Sport MotoGP HD, 5.009.704 su Cielo e 2.205.103 su Mtv8. La diretta della rimonta di Valentino Rossi e del titolo conquistato da Lorenzo ha frantumato ogni precedente record, risultando la gara del Motomondiale più vista di sempre su Sky Sport MotoGP HD e in generale l'evento non calcistico più seguito sui canali di Sky Sport con 2.458.893 spettatori medi, uno share Auditel del 12,1% e 3.108.975 spettatori unici, con un picco di 2.890.141 spettatori e il 14,24% di share alle ore 14:46.
Record anche sui social: l'ultima gara di MotoGP è stata su Twitter l'evento sportivo più commentato dell'anno con 220 mila Tweet, più della finale di Champions League. Oltre 63mila gli autori che hanno generato picchi d'integrazione fino a 5.750 tweet al minuto con una social audience di 362mila persone.
Il tutto, come ben sapete, è dovuto a delle vicende più da Amici di Maria de Filippi, che il "Canarino" genera, piuttosto che da meravigliosi gesti tecnici o bolidi che è impossibile non guardare.

Reali appassionati di motori? Qui non ce ne sono..

Ovviamente, come avrete potuto immaginare, non mi sento parte di tutto questo.. da buon appassionato innamorato del rombo dei motori e della spettacolarità della guida, al di là di qualsiasi colore o nazionalità!
 

Anche se..