venerdì 29 gennaio 2016

Il Mio Unico Vero Amore!

Ovviamente non potevo tirarmi indietro all'idea di parlare di lei..

Al primo impatto sembra voglia dirti "cosa guardi?", come un guerrafondaio teppistello di periferia.
La immagino pronta a tirar fuori la spranga di ferro nascosta nella manica. Ha lo sguardo cattivo.. è piccola ma poco rassicurante. No, non può passare inosservata!

La TVR Sagaris ti colpisce al cuore.. come ha fatto con me. E ti fa sognare. Guardi un paio di foto è cominci ad immaginarti al suo posto guida, a sfiorare quei sinuosi interni.. a scalciare quei pedali d'alluminio. Certo, i singoli elementi la fanno sembrare datata, poco curata. Ma il suo insieme è formidabile! Non c'era bisogno di innovare ogni singolo particolare solo per spirito di cambiamento.. bastava mettere insieme le cose nel modo giusto, e disegnare un corpicino mozzafiato. Insomma non le manca la presenza. Voglio dire che ha un look esplosivo e la capacità di catturare l’attenzione di tutti. Subito! Dallo splitter che sporge come un labbro inferiore sotto la griglia, completo di alette (del tipo che si trova su una macchina da corsa)  all’alettoncino trasparente con cui termina la coda tronca, passando per un cofano che ricorda le branchie di uno squalo: la Sagaris è come un urlo. È rimasta in vendita fino al 2006 (anno della fine della storica Casa inglese, dopo una serie di voci e speranze, comprese quelle di una produzione in Italia). In tutto, appena due anni di produzione [ahimè!], visto che era stata presentata nel 2004.
 
La porta si apre con il bottoncino nascosto sotto lo specchietto retrovisore.. lo so, potreste lamentarvi dell'assenza di maniglie, ma il risultato è quella meravigliosa fiancata incontaminata. L'abitacolo è identico a quello della T350. Lo spesso tunnel centrale fa da bracciolo, sia durante la guida rilassata, sia quando, in cerca della prestazione, ti dai da fare col cambio. Il designer Graham Browne, per la pelle stile flying squirrel del tunnel, si è ispirato alla copertura del Millennium Dome.  Mi piacciono i due quadranti bianchi che spuntano dal cruscotto. Sono scarni (si risparmia sugli zeri.. il 24 sulla sinistra sta per 240km/h.. mentre il 7 sulla destra sta per 7000 giri/min!) ma non sembrano datati.
La pedaliera è regolabile e così comincio a pensare che la Sagaris sia un posticino comodo, a differenza di tutte le altre TVR.

La visibilità non è male, anche grazie alla trasparenza dello spoiler posteriore messo in quella curiosa posizione per correggere l’aerodinamica. Se non fosse trasparente, dal lunotto si vedrebbe soltanto un inutile spicchio di cielo. Così com’è, invece, c’è uno strano effetto ottico che addirittura distorce la visione. Questa TVR è la tipica auto che, in nome del buon gusto, molti hanno snobbato, salvo poi far carte false per provarla almeno una volta o, peggio, per comprarla.

Quando il 4.0 litri, 24 valvole bialbero Speed Six si accende, sputa fumo e benzina incombusta dai folli scarichi posteriori che sparano su chi ti affianca. Come se quel teppistello stesse dicendo "togliti da lì!". La frizione è dura e pura, proprio come dovrebbe essere. Questa non è un giocattolo! I pedali sono in alluminio, ricavati dal pieno, più corsaiola di così..!! La Sagaris appena sveglia prima brontola, poi fa ancora qualche scoppiettio e alla fine parte. E' sufficiente farla riscaldare un po' per renderla del tutto amichevole. Nel traffico si comporta come un’auto da famiglia. Ok, forse i bambini è meglio lasciarli a casa, ma è più facile da guidare delle pesanti e brutali TVR che l’hanno preceduta. L’auto vibra e cigola: rumori che provengono soprattutto dalla gabbia antirollio (approvata FIA) ricoperta di pelle per rendere più raffinato l’abitacolo. Ecco, c’è da dire che tutti questi vocalizzi da Racing Car le si addicono.
Un’eccessiva normalizzazione del suo brutale slancio sportivo avrebbe potuto ammorbidire l’esperienza di guida, rendendola meno viscerale e meno comunicativa. Invece, all'interno del suo abitacolo, si può sentire quel "baccano meccanico del motore", l’aspirazione e lo scarico quasi come se si fosse al volante di un’auto da corsa. Solo che per percepire meglio il suo potenziale da 400 CV (non dimenticate che pesa solo 1078kg), come tutte le TVR, il pedale dell’acceleratore dalla corsa lunga ha bisogno di essere letteralmente martellato per far vedere di che metallo è fatta.

Questa razza di TVR è diversa.. è diventata più morbida, ha un gran confort di marcia. Lo sterzo sembra meno disposto a farti uscire di strada al minimo errore. Tutto questo, qui, ha dell’incredibile. Gli ammortizzatori, come sempre, danno l’impressione di essere ben piantati: quella sensazione che, per essere apprezzata, richiederebbe l’asfalto liscio di una pista. Ma le molle sembrano meno dure, più adatte a gestire le asperità del fondo. Per la Sagaris significa un grip maggiore rispetto a tutti gli altri modelli del Marchio, insomma non saltella ondeggiando da un dosso all’altro come un puledrino malfermo. È più facile da guidare e quindi anche più veloce delle sorelle. La bomba da 400 CV (tra 7000 e 7500 giri) che ha sotto il cofano, ovviamente aiuta. Con la coppia massima di 473Nm a 5.000 giri, sull’asciutto le ruote posteriori slittano attorno alla linea rossa nelle prime due marce poi, nelle altre tre, l’auto si schiaccia al suolo.
C’è da pensare che in terza sul bagnato possa fare paura, visto pure il differenziale autobloccante là dietro che genera sovrasterzo e visibile tensione a ogni accelerata. Niente elettronica, neppure ABS. Forse la Sagaris è leggermente meno aggressiva delle TVR viste in precedenza, ma non si può dire che sia stata addomesticata. Certo è che spingere al limite questa vettura non è l’esperienza snervante e spaventosa che offriva la vecchia Cerbera. Le reazioni sono meno brusche, c’è più feedback da ruote, sospensioni, grip in genere, e perciò più tempo per organizzare le reazioni e correggere gli errori. Sia la Tuscan sia la T350 hanno quantità di aderenza da gatto delle nevi, però il superamento del limite è un colpo inaspettato. E allora le cose si mettono
 male.
 
Difficile non innamorarsi di lei. Certo, la Sagaris non è perfetta. Le si potrebbero imputare un buon numero di problemi costruttivi. E quando hai speso tutti i soldi necessari per comprarne una (nel 2005 la Sagaris costava circa 95 mila euro) non ti va di star lì a metterci mano ogni volta. Ma questa è la TVR con maggior appeal di tutti gli altri modelli della Casa di Blackpool. Anche perché è più fluida e sfruttabile pur senza aver perso quel carattere selvaggio che ha fatto la fama della Casa. La verità è che è difficile non innamorarsi di lei. Le auto prodotte da questa piccola factory inglese non sono state rese famose dalla loro ingegnerizzazione, ma dalla loro presenza intimidatoria, quella spranga nascosta nella manica di cui non ci si dimentica facilmente.
La Sagaris è semplicemente meravigliosa!
Forse, di un bel nero, sarebbe l'auto perfetta per Batman. E per un appassionato di fumetti come me già questo potrebbe valere il prezzo del biglietto.
Dura e pura, grintosa e selvaggia.. senza elettronica di nessun tipo..
C'è lo stereo, si! Ma spegnetelo..
ACCENDETE iL MOTORE!!!

p.s. Nel caso ne trovaste una a buon mercato.. fatemi sapere!!