venerdì 4 ottobre 2013

La Passion

Nel meraviglioso (per coloro che la pensano come me e che, come me, lo amano!) mondo delle corse il lavoro e l'impegno valgono, come in qualsiasi altro ambito, molto di più dell'immagine e di ciò che noi, dal nostro comodissimo divano, vediamo sui nostri coloratissimi schermi TV. 



Nelle categorie meno importanti e prestigiose questo concetto sembra sia molto evidente. Infondo è proprio lì che si vedono (per chi se ne interessa e va lì a guardarli..!) più spesso meccanici con le mani nere e piloti concentrati sul proprio lavoro. Immagine, quest'ultima, spesso falsata nelle categorie di punta (come possono essere F1 e MotoGP) dalla presenza di telecamere e sponsor che dettano legge, imponendo un look molto preciso e pulito..! A questo punto sta a noi (sempre i soliti amanti sopra citati!!) andare oltre quell'apparenza e cogliere l'impegno.. l'amore e la passione di chi dedica se stesso a quel lavoro (se così vogliamo chiamarlo! Ma io così lo chiamerei, dal momento che, come già detto da 'qualcuno', il mondo delle corse è un laboratorio ideale per sviluppare e testare le nuove tecnologie.. un bel pensiero è infatti questo: "Ogni singolo pezzo della pista deve poter mettere a dura prova il comportamento dinamico dell'auto, in modo tale da rendere facile l'individuazione dei problemi di ogni macchina. Da questo momento in poi voglio che nessuna Ferrari affronti la pista o la produzione di serie senza che abbia superato a pieno voti l'esame Fiorano!"). A costo, forse, di apparire a noi (che guardiamo dal nostro comodissimo divano.. seduti!! Non in piedi!!!) come persone schive, riservate e, chissà, anche antipatiche! Un esempio su tutti? Per me sicuramente Michael Schumacher.. da tanti definito antipatico, freddo.. eppure così preciso, attento, meticoloso e innamorato da riuscire a creare una squadra solidissima, prima, e, con questa, raggiungere la vittoria, poi (dando spesso e volentieri l'illusione che tutto fosse facile!). 


Ecco, allora, che dietro quel rosso così brillante e quei visi così seriosi si cela un grande spirito!!


È il tempo dedicato durante tutto il weekend di gara ad essere importante.. quello che noi, dalla TV, non vediamo. Ecco allora che la moto più bella o la macchina meglio colorata smettono di avere fascino, lasciando spazio ad un volto concentrato che, nonostante l'insistenza di una telecamera è concentrato sulla sua macchina.. 
strepitoso vedere uno Stoner che, al rientro, mima i movimenti della sua Ducati con le mani, o chi indica su un computer il punto della pista dove ha bisogno di migliorare oppure, perché no, il range di telemetria che raccontava a Damon Hill dove non riuscisse a rendere al meglio. Ma più affascinante di tutto c'è quella meravigliosa immagine di Adrian Newey che fissa insistentemente il retrotreno della sua Red Bull RB9 per tirar fuori (ancora una volta) il cilindro dal cappello..!



Un mondo meraviglioso.. motori, suoni (e non rumori!!), strani odori.. e poi ancora piccoli particolari, una cassetta con gli attrezzi tutti ben ordinati, una sospensione da riassemblare, e quel casco con i guanti al suo interno poggiato lì, dove sta per avvenire una importante conversazione.. un briefing! Poi l'occhiolino del pilota ai suoi meccanici.. la soddisfazione di aver trovato un giusto set-up del mezzo, quel problemino durante la gara, e la vittoria.. casomai davanti ad un pubblico 'familiare'. E, mettendo insieme questi ultimi tre particolari, come dimenticare le grida di dolore di Ayrton Senna per aver guidato e vinto il gran premio di casa a Interlagos oltre i problemi della macchina. 

E non passano certo inosservati altri esempi di passione e dedizione come quello dell'australiano Troy Bayliss (unico vero indiscusso e insuperabile idolo del popolo Ducatista!) che, nel gran premio di Donington Park, nel 2007, si è fatto amputare il mignolo della mano destra fra gara1 e gara2 per non rischiare di star fermo. Da non dimenticare la tragedia di Alex Zanardi che le gambe non ha certo scelto di amputarsele, ma che, nonostante ciò, non ha mai smesso di correre.. e vincere! Oppure ancora un certo Niki Lauda, il pilota austriaco che, a seguito di uno spaventoso incidente alla curva Bergwerk nel Green Hell del Nurburgring Nordschleife, in cui è stato salvato dalle fiamme della sua Ferrari 312T2 da quattro coraggiosi (Ertl, Lunger, Edwards e Merzario), ha voluto disputare il gran premio d'Italia solo 42 giorni dopo l'incidente, con le ferite ancora aperte (a tal proposito andate a vedere RUSH, film di Ron Howard che parla proprio di questo episodio!).
Storie di Uomini e di Motori (cit.!), testimonianza di quanto appassionante sia questo mondo a dispetto della sua pericolosità!
Avete ancora dubbi?!?
Bene! Guardate qui allora..!!